domenica 1 gennaio 2012

Forse


Forse ti sei addormentato senza accorgertene mentre facevi il bagno, carezzato dai getti dell'idromassaggio, e la sensazione che hai adesso è quella solita, che provi tutte le volte che ti riaddormenti, la mattina, quando lei esce e tu senti la porta d’ingresso che si chiude e sai che il caffè bollente è lì sul comodino, ma non riesci a svegliarti del tutto, non riesci a muovere un solo muscolo e sogni d’essere sveglio, ma immobilizzato, trattenuto dal letto, affondato nel cuscino e con un’oppressione nel petto che t’impedisce di gridare.
Ma tu lo sai che è solo un sogno, sai che se riuscissi a spostare quel piede o ad aprire la bocca ti sveglieresti e tutto sarebbe come lo immagini ora, i tuoi vestiti sulla sedia, la carta da parati a fiorellini rosa, la finestra socchiusa che lascia filtrare il rumore del traffico del sabato mattina, il caffè fumante accanto alla sveglia e tu di nuovo vivo.
Stavolta però è diverso, non senti quell'angoscia dentro di te, e il desiderio di svegliarti é vago come un ricordo, perché è piacevole questo bagno caldo e questo movimento del mare come una risacca che ti spinge e ti culla lontano dal fondo freddo e buio.
E' bello starsene appena sotto il pelo delle onde con i raggi di luce che trafiggono l'acqua davanti a te perdendosi nel blu e la schiena riscaldata dal sole, nel silenzio, a guardare la prateria di posidonie che ondeggia come un mare sotto il mare.
Lontano senti come un campanello che suona, probabilmente il telefono o la porta, ma attraverso la parete del bagno i rumori arrivano confusi e forse, pensi, anche ovattati dal vapore che ormai satura la stanza e si condensa in minuscole goccioline sullo specchio e sul tuo viso mescolandosi al sudore.
Il sole è sparito e l'acqua ora è verdastra e fredda, ostile, sembra quasi opporre resistenza al tuo passaggio, pesarti addosso mentre t’immergi lentamente verso il fondo.
Un'ombra veloce passa al tuo fianco e sparisce nell'acqua torbida. Un lampo ti percorre il dorso e ancora una volta la caccia comincia; come sempre rapidissima, guizzante, crudele, dall'esito scontato: un frullare di sangue e di pinne, denti come lame, la carne si apre, cede, il pesce si scuote, è grosso, ti sbatte sul muso, lo inghiotti ancora vivo.
Qualcosa di duro sotto la nuca.
La spugna che avevi messo sotto la testa è scivolata via e ora sei appoggiato direttamente sul bordo della vasca, i muscoli del collo sono intorpiditi e le spalle ti dolgono.
Forse è ora di aprire gli occhi e di tirarsi su ed asciugarsi, radersi, vestirsi, saranno quasi le otto e alle otto e mezza Anna verrà a prenderti per uscire e certo non vuoi farla aspettare.
Il fondo della vasca però ora sembra scivoloso, come coperto di melma, senti che le posidonie ti si sono attaccate ai piedi e fai fatica a tirare in alto le gambe, un braccio scivola sotto il corpo costringendoti ad una rotazione, la faccia contro il bordo di porcellana e il respiro un po' affannato.
Non hai voglia di tornare sotto per strapparti le alghe dalle gambe, ma devi farlo, perché senti che c’è qualcosa sul fondo della vasca che si agita e striscia e sbatte mentre cerca di tirarti giù graffiandoti le cosce con la sua pelle ruvida e gommosa.
E' ridicolo, pensi, non può esserci niente nel mio bagno, niente che ti possa avvinghiare alla vita e stringerti fino a fati mancare il fiato. Il fatto è che così girato, con la faccia ormai nell'acqua non riesci a respirare bene, eppure tenti un colpo di coda violento, ti divincoli cercando qualcosa da addentare, da tagliare per liberarti, per far cessare questo scricchiolio di tendini, questo dolore lacerante come un lampo che ti acceca la coscienza.
Ma non c'è niente nella tua vasca, nulla che tu possa affrontare, nulla che tu possa far sanguinare per tornare a nuotare verso il largo, solo acqua, l' acqua che ti sta entrando nella bocca e nel naso, che ti fa sputare e tossire e ti tira sempre più verso il fondo limaccioso, affogando e ruttando fino a che non cedi alla forza dei tentacoli che ti avviluppano le spalle e il collo e ti abbandoni ormai vinto e stanco a quella forza che ti inghiotte giù, e ancora speri che sia solo un sogno, che forse ti sei addormentato senza accorgertene mentre facevi il bagno.






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