domenica 25 marzo 2012

Com' è la vita


La signora delle pulizie che lavora ad ore in ditta é una donna magrissima, diafana, denutrita, ogni giorno ti meravigli di come ce la faccia a stare in piedi. 
Tutte le volte che la vedo mi domando come abbia fatto a superare un' altra settimana e mi immagino una famiglia poverissima, molti figli, un marito che se n'è andato. 
Lei ha grandi occhi marroni e uno sguardo dolcissimo, mansueto, da animale addomesticato dalla vita e dalla volontà altrui, sfruttata fino al midollo da un datore di lavoro camorrista che la tiene a nero e sottopagata.
Oggi spazzando l' ufficio, si china a raccogliere da terra una vite di metallo con la testa a croce, la soppesa un attimo nel palmo della mano e con il solito errore del napoletano che sbaglia tutte le finali mi fa: "E' buona questa vita ?" 
E io rimango per un attimo interdetto, prendo il piccolo pezzo di ferro che mi porge e balbetto: " Si, si......mettiamola in questo posacenere........ potrebbe servire..." , ma intanto penso a quello che ha veramente detto, non a quello che voleva dire. 
Eh no, a quello che ha veramente detto non posso rispondere, come direbbe il vecchio Caulfield, ragazzi, mi ha lasciato secco!

martedì 20 marzo 2012

Radiodramma


Voce maschile
       - Sai....... lo sai, ho fatto di nuovo quel sogno.

      Voce femminile 
      - Ancora, possibile?

Voce maschile
- Ancora, è incredibile ma.... ancora...sì! Ed é sempre lo stesso posto, in cima ad un piccolo colle, forse su un'isola....
.......e come sempre non riuscirò ad entrare.
Arrivo fin sotto le mura di cinta, ma non trovo alcun ingresso. Dall'interno mi arrivano, smorzate ma nitide, voci e canti, il rumore del vasellame, risate, e il profumo dei cibi cotti. Sento di essere molto stanco, indosso vesti lacere, sporche, e ho fame.
Il luogo mi è familiare anche se non lo riconosco.
Intorno al palazzo solo l'immensità del mare.
Tutto il sogno é pervaso da un senso di attesa, come se un evento terribile dovesse verificarsi da un momento all'altro. Cerco disperatamente un varco, una breccia, perché sono sicuro che se riuscissi ad entrare nella casa il suo mistero mi sarebbe svelato all'istante e in un solo attimo capirei perché mi trovo in quel giardino, e a quale dramma mi si chiede di partecipare.

      Voce femminile 
    - E il portone? Anche questa volta hai sognato lo stesso portone di quercia con il battente in bronzo a forma di testa di leone?

Voce maschile
- Già, e anche questa volta riesco a trovarlo solo alla fine del sogno, e come di consueto nonostante la sua possente mole, cede dolcemente alla mia lievissima spinta.
Le voci adesso tacciono; la festa é finita. So che di dentro qualcosa o qualcuno mi sta aspettando e so anche che il mio destino, atroce o banale che sia, si compirà con l'atto di entrare.
Ora però esito, non so più se voglio veramente oltrepassare quella soglia e vedere cosa ci sia dall'altro lato del muro. Mi guardo le mani che sento attaccaticce e le vedo sporche di sangue........del sangue di tutte le notti.
Puntualmente il sogno si interrompe qui, ma non all'improvviso..... piuttosto é come se l'immagine si sfilacciasse piano piano, diventasse diafana, trasparente.... Immagina una tela appena intessuta alla quale venga tirato via un filo, e che maglia dopo maglia lentamente si disfi fino a scomparire del tutto.

Voce femminile
- E' solo un sogno, e i sogni ingannano, sono soltanto illusioni. Quel posto esiste solo nella tua mente.
Non tormentarti oltre inseguendo una fantasia, vieni vicino a me, abbracciami e non ci penserai più.

Voce maschile
- Ti sbagli perché esiste, invece, io lo conoscevo ....e molto bene anche.
Solo che l'ho dimenticato ..... e per la verità più passeranno le ore e più lo dimenticherò;.... ma so che stanotte ci tornerò di nuovo.......

Voce femminile
- Ti angusti inutilmente. A tutti capita di arrivare in un luogo dove ci sembra di essere già stati, e tu hai viaggiato troppo prima di arrivare da me! Le città si assomigliano tutte e il palazzo dei tuoi sogni non é che l'immagine di tutti i palazzi che hai conosciuto. Tante parole e tanto rimpianto per un posto inesistente mi addolorano molto.
Ma cosa ti manca ora? Quali terre sconosciute speri di trovare ancora? Non ti basto io?
Dovresti capire che non é facile stare insieme ad una persona che guarda sempre altrove, sapere che mentre sei vicino a me vorresti essere lontano.......
Mi sono illusa di aver creato un mondo così desiderabile che nessun uomo avrebbe mai voluto lasciare, ma con te é stato tutto inutile. Non bastano il più bel mare che tu abbia potuto navigare, boschi immensi e un cielo sempre azzurro a fermarti.
Perché questa eterna insoddisfazione? Perché questo ànelito continuo al viaggio, questa vocazione alle armi e al sangue che c'è dentro di te?
A che serve il mio amore se non basta neppure a farti distinguere un sogno dalla realtà?

Voce maschile
- So che quello che dico ti fa male, ma sai anche tu che non può bastarmi.
Anche adesso che ti vedo distesa accanto a me e mi fanno fremere i tuoi occhi verdi, e mi inteneriscono i tuoi riccioli neri e la morbidezza del tuo collo....anche adesso vedi..... la curva dolce del tuo fianco non basta a nascondermi l'orizzonte che si scorge nella finestra alle tue spalle. Ogni uomo ha un destino al quale non può sfuggire. La mia strada é segnata da altri, io devo soltanto percorrerla. Il tuo amore mi lusinga, ma quest'ozio mi mortifica .
E quest'incubo.......quest'incubo che mi tormenta tutte le notti!!
So che non me ne libererò finché non riuscirò a trovare quella casa......

Voce femminile
- Qualsiasi uomo vorrebbe essere al tuo posto, ma tu no. Sei così presuntuoso e superbo da permetterti di considerare il paradiso come una semplice tappa del tuo viaggio! Sei più duro del rostro della tua nave! Ma chi ha detto che c’è é sempre un più in là? Dove é scritto che non ci si può fermare?
La nostra é stata una lotta impari e il più forte sei tu. Io posso toglierti il desiderio di partire quando sei sveglio, il mio corpo può confonderti i sensi quando la tua coscienza é vigile, ma non ho potere sui sogni .
L'ho saputo quando ti ho visto per la prima volta che non sarei riuscita a vincere, che il mio amore non sarebbe stato altro che un piacevole ostacolo sulla tua invincibile strada, ma non ho opposto resistenza al sentimento che mi nasceva dentro, nella speranza di poter cambiare il tuo percorso.
Oggi capisco che mi sbagliavo. E se non ti posso avere completamente, non ti voglio neanche più dividere con un sogno.
Ti lascio libero Ulisse, lascio che il tuo stupido destino di uomo piccolo si compia come era scritto. Scioglierò l'incantesimo e ti farò uscire da questo mio sogno per ritornare in quell'altro, quello fatto di mostri e di ciclopi, di mari e di sirene. Quello che stavi sognando tu.


domenica 11 marzo 2012

Moebius

Mi sarei anche rotto le palle di postare necrologi, ma quest'anno è cominciato veramente male, e non posso fare a meno di ricordare il più grande disegnatore di storie a fumetti morto ieri. 




Credo che Moebius abbia completamente stravolto anche il modo di raccontare, la sceneggiatura, la disposizione delle tavole e soprattutto abbia rivoluzionato la qualità del segno grafico. 





La pulizia dei disegni, le ombre nette e la starordinaria, infinita immaginazione di altri mondi e altre realtà possibili, hanno influenzato tutto il cinema di fantascienza, da "Alien" a "Blade Runner", da "Star Wars" al "Qiunto Elemento". 




E' stato senza alcun dubbio il più grande di tutti e se n'è andato a 73 anni, ancora nel pieno della sua produzione artistica e della lucidità intelletuale.





Chapeau.



sabato 3 marzo 2012

Andarsene

L' altro ieri se n'è andato Lucio Dalla. 
Nel modo migliore secondo me, come tutti vorremmo fare, come Massimo Troisi.
Inutile dire che sono dispiaciuto, insieme a tanti altri ha fatto parte della colonna sonora della mia vita.

Mi piaceva molto quando lavorava con Roberto Roversi, mi sono piaciuti i primi LP come "Anidride solforosa", "Automobili", "Il giorno aveva cinque teste" ma anche tanta della produzione successiva forse fino a "Caruso".

Questo brano lo trovo ancora formidabile, è uno di quei pezzi in cui si inventa un linguaggio, come ha fatto Celentano con "Prisencolinensinenciusol" e che mi sembra di poter accostare ad esempi più colti di gramelot, come quelli di Dario Fo o dello stesso Fosco Maraini.